La fotografia è stata per Alessio Nebbia il primo strumento di approccio e di descrizione della montagna con lo svolgere diverse funzioni, a seconda del periodo: dall'illustrazione dei percorsi di arrampicata o delle cime da salire, alle foto per gli amanti della montagna, a quelle ispiratrici di nuovi soggetti da dipingere. Oggi appaiono storicamente molto interessanti le foto di Courmayeur o del Breuil che raffigurano ampi spazi ancora liberi, prima della loro urbanizzazione da parte di "moderni" edifici.
L'esercizio della professione di fotografo e la passione per la montagna lo portarono a incontrare personaggi che con lui condividevano analoghi interessi. Negli anni '30 intrattenne una importante corrispondenza con Guido Rey, che lo gratificava con l'appellativo di "collega", con il parroco di Saint-Nicolas, don E. Bionaz, che si lamentava dell'eccessivo costo delle lastre che limitava le possibilità di esercitare l'arte della fotografia e con un importante figlio di Courmayeur quale l'Abbé Henry.
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