Alessio Nebbia

Dal 1926 al 1969

n.r. (Natale Reviglio), 1926

GIOVANE MONTAGNA rivista di vita alpina, 1926, n. 8, pagg.186-187:
Una "Bottega d'arte alpina a Courmayeur"

Gino E. Sansoni, 1932

Il commento al verbale redatto dalla Giuria del premio in ordine alla Prima Mostra di Arte Fotografica del paesaggio e dei monumenti di Aosta e Provincia , 1932, rileva, a firma di Gino E. Sansoni :"Tra tutti i concorrenti ci è sembrato emergere in questa sezione, per la sua arte personale e sensibilissima, il Nebbia: toni delicati ma rispetto anche del particolare, cosa non facile a combinarsi. Tutti i suoi quadri andrebbero citati, ricordiamo l'ormai noto, ma non per questo meno bello "Raggio di sole", "Il tramonto"......"

Massimo Mila, Argomenti strettamente famigliari, Lettere dal carcere, 1938

Massimo Mila, critico musicale torinese, incarcerato per motivi politici, ringrazia dal carcere il 4 marzo 1938 la madre per avergli spedito le "splendide cartoline di montagna" della Bottega d'arte alpina di Nebbia, capaci di influire su di lui positivamente.

Federico Sacco, Rivista CAI Torino 1947

"Sono anche di particolare interesse i plastici ......che vanno ora perfezionandosi verso tipi sempre più simili al vero, come quello ultimo del gruppo del Rosa eseguito dal pittore Nebbia che tiene appunto " Bottega d'Arte " a Courmayeur "

Adolfo Balliano, 1953

"L'alta montagna,quella che continua a protendersi in alto dopo ch'è morta tremando l'ultima pianta non ha, forse, trovato ancora i suoi poeti ma, di certo, ha trovato i suoi pittori. ... Tra questi ALESSIO NEBBIA, senza strepiti, senza corse a premio, senza conventicole clamanti, s'è poco a poco fatto luce: egli non si ferma a mezza altezza, muove oltre l'ultima prateria, affronta il nevaio, il ghiaccio, l'estrema solitudine e la riempie con il suo sogno.......I suoi grigi - tono preferito - non sono tristezze d'infinito irraggiungibile, ma come un abbacinamento di contemplazione."

Renato Chabod, 1957

Particolarmente esauriente è l'illustrazione che ne fa nel 1957 sulla rivista VALLE D'AOSTA-VALLEE D'AOSTE quel grande esperto di montagna, uomo politico, illustratore di vie di scalata e pittore di montagna che fu Renato Chabod: Il plastico offre, in brevissimo spazio di tempo, senza fatica, una rappresentazione della Valle d'Aosta quale non è possibile di raggiungere in anni ed anni di alpinismo attivo o di ricognizioni aviatorie, consente visioni impensate sulle nostre più grandi montagne, permette di rendersi rapidamente conto ......della loro conformazione geologica, dell'imponente fenomeno della glaciazione, ecc...Vista la complessità e verosimiglianza dell'opera questa è da ritenersi un " capolavoro " di cui non è pensabile si possa oggi, malgrado l'uso di strumenti sofisticati, realizzarne copia.

Marisa Vescovo, 1967

Su "Il Piccolo" di Alessandria , Marisa Vescovo rileva che "le tele che più scopertamente esprimono la vibrazione dell'animo dell'artista, sono quelle in cui la natura si mostra, a noi, sepolta sotto una coltre di neve che pare dipinta con la neve stessa, con il suo bianco assoluto, con i suoi lievi trasalimenti di luce."

Gente nostra, 1968, 1969

Sul volume Gente Nostra - artisti italiani contemporanei, I edizione, volume 1° 1968, sono state pubblicate in bianco e nero quattro opere: Dopo la nevicata (1962), Bacino di San Marco (1955), Nevicata a Chamois (1965), Il leone di San Marco (1960). Assieme sono state riportate le recensioni di Ernesto Gagliano, Marisa Vescovo, Adolfo Balliano.

Sul volume Gente Nostra - artisti italiani contemporanei, volume 2° 1969, sono state pubblicate in bianco e nero cinque opere: Dopo la nevicata (1962),Mattino, Notturno, Tetti sotto la neve, Meriggio romano, Il montanaro. Assieme sono state riportate le recensioni di A.C..

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